Curiosità e superstizioni a teatro!
- nicolepiazzetta
- 8 ago 2019
- Tempo di lettura: 5 min

“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”
Eduardo De Filippo
In queste due settimane, dopo l’articolo sulle differenze tra la recitazione teatrale e
cinematografica, molti di voi mi hanno detto di amare il teatro e di preferire la recitazione teatrale.
Ho voluto così raggruppare tutte quelle curiosità e superstizioni che ho scoperto in questi anni sul
teatro e condividerle con voi!
Quando ho iniziato a recitare non avevo la minima idea del motivo per cui le sedie dei teatri
fossero rosse e di velluto, perché non potevo indossare nulla di viola in scena, o perché non
potessi assolutamente dire “buona fortuna” ad un attore e molte altre banalità che all’inizio mi
sembravano tutte bizzarre, ma che ora rispetto rigorosamente!
Dicono che gli attori sono tra le persone più superstiziose al mondo, che le loro manie possono
sembrare veramente eccentriche, se non se ne comprendono prima i significati e i retroscena
storici. Per questo ho deciso di scrivere questo articolo, per farvi scoprire quello che ho imparato
e quello che noi attori facciamo o non facciamo, dietro le quinte, prima e dopo uno spettacolo!
“BUONA FORTUNA”
Partiamo con le basi. Cominciamo con quello che non si deve mai dire prima di uno spettacolo.
Il “Buona fortuna” ad un attore porta sfortuna! Questo non solo in Italia, ma anche in molte altre
tradizioni teatrali e deriva dalla convinzione che augurando qualcosa di buono e positivo, succeda poi il contrario. In alternativa, in Italia vengono però utilizzate divertenti espressioni come “in bocca al lupo” o “ in culo alla balena”; in Inghilterra invece dicono "break a leg" (rompiti una
gamba), augurando così all’attore che lo spettacolo vada talmente bene da ricevere così tanti
applausi da rompersi una gamba a forza di inchinarsi per ringraziare il pubblico. In Germania
questo augurio è ancora più forte, infatti loro dicono “Hals und Beinbruch!” (rompiti
una gamba e il collo). In ogni caso, in tutti i Paesi di lingua neolatina, l’augurio scaramantico più famoso è "Tanta Merda" o “Merda, merda, merda”, accompagnato, ogni tanto, da pacche sul sedere.
“MERDA, MERDA MERDA”
Perché? Mi sono chiesta quando, al primo spettacolo, il mio insegnante ci ha fatti mettere tutti in
cerchio, e con le mani unite al centro, abbiamo urlato “merda, merda, merda”.
L’origine di questa espressione risale al XVII secolo, quando il pubblico era solito andare a teatro
con carrozze trainate da cavalli. La presenza perciò di molti escrementi di cavallo indicava la
partecipazione di un numero notevole di pubblico allo spettacolo, e perciò di successo.
Ancora oggi, nonostante a teatro non si vada più con le carrozze trainate da cavalli, augurare tanta merda ad un attore, significa augurargli un gran successo per lo spettacolo.
COLORI PROIBITI
Nella tradizione teatrale di ogni paese, oltre ai modi di dire, c’è anche almeno un colore che non
bisogna mai indossare sul palco, perché porta sfortuna!
In Italia questo colore è il viola. Questa superstizione ha origine ancora nel Medioevo, quando,
durante la Quaresima, gli ecclesiastici, che in quel periodo vestivano di viola, vietavano qualsiasi
rappresentazione teatrale. Questo causava perciò un grande disagio economico per gli attori e le
compagnie.
In Francia, invece, il colore sfortunato è il verde! Questo perché, secondo la leggenda, il verde fu il colore del vestito che Molière indossava quando si sentì male in scena durante la sua ultima
replica de “Il malato immaginario”, morendo poche ore dopo.
In Spagna il colore sfortunato è il giallo. Il motivo di questa superstizione è il fatto che la parte
interna del mantello del torero, durante la corrida, è di colore giallo e, nel caso che il toro
avesse la meglio su di lui, incornandolo, questo sarebbe l’ultimo colore che il matador vede.
In Inghilterra, invece, il colore sfortunato è il blu, a meno che non sia accompagnato dal color
argento. Questo perché, un tempo, le stoffe di questo colore erano molto costose, ma piacevano
molto al pubblico. Capitava perciò che le compagnie, per compiacere il pubblico, le acquistassero, pur non potendo permetterselo, per poi fallire. Se però la compagnia accostava il colore blu con delle finiture in argento, chiaro indizio di ricchezza della compagnia, il rischio del fallimento veniva eliminato.
POLTRONE ROSSE DI VELLUTO
Pur essendo molto curiosa, non mi ero mai chiesta perché tutte le poltrone dei teatri fossero rosse
e di velluto, ma ho sempre pensato che fossero belle così e basta. E invece no, c’è un motivo!
Wagner, almeno così si dice, molti anni fa volle ricoprire le poltrone dei teatri in velluto perché
questa particolare stoffa riesce ad assorbire il suono dell’orchestra ed eliminare così l’effetto eco.
Il colore rosso, invece, scelto nell’800, vuole evocare lusso e sfarzo.
LA CADUTA DEL COPIONE
Questa l’ho scoperta da poco pure io! Far cadere il copione per terra durante le prove porta sfiga!
O per lo meno così dicono! La caduta del copione, infatti, rappresenta metaforicamente la “caduta” dello spettacolo, il suo fallimento.
E se succede? L’attore che ha fatto cadere il copione lo deve raccogliere subito e sbattere, nello
stesso punto in cui è caduto, per ben tre volte consecutive, senza che nessun altro intervenga.
IL DRAMMA SCOZZESE
Secondo una superstizione di origine anglosassone, ma diffusasi successivamente in tutto il
mondo, si ritiene che portare in scena Macbeth di William Shakespeare o anche solo pronunciare il titolo dell’opera porti sfortuna, provocando così un evento tragico. Per questo motivo gli attori,
quando si trovano all’interno di un teatro, cambiano il titolo in “The Scottish Play” (Il Dramma
Scozzese).
È inoltre sconveniente recitare le frasi delle streghe, perché, secondo una leggenda, Shakespeare
avrebbe copiato la formula di un sortilegio da delle streghe vere, le quali, per vendicarsi, avrebbero maledetto il dramma.
In ogni caso, nel mondo teatrale anglosassone, quando un attore pronuncia il nome del dramma in
teatro, deve eseguire queste azioni: uscire dal teatro, ruotare su se stesso tre volte, sputare da
sopra la spalla sinistra e recitare una battuta di un altro dramma shakespeariano, e alla fine
bussare alla porta del teatro e aspettare che qualcuno gli apra per essere invitato a rientrare.
Nonostante ciò, queste sono leggende, e Macbeth è una delle opere di Shakespeare più belle e
rappresentate al mondo.
MAI FISCHIETTARE SUL PALCO
Un’altra cosa da non fare durante le prove o fuori scena, perché porta sfortuna, è fischiare! E voi
direte perché? Beh ci sono ben due motivazioni.
La prima è perché se gli attori fischiano evocano il pubblico a fischiare e questo porta
all’insuccesso dello spettacolo.
La seconda è che un tempo, in Inghilterra, i tecnici di scena venivano reclutati tra i marinai e per
comunicare tra loro utilizzavo dei fischi (codici che utilizzavano sulle navi). Quindi potete
immaginare che disastri potevano succedere se un attore fischiava.
Il fischiare invece in Giappone ha il significato opposto! Lo sapevate? Ebbene si, se avrete la
fortuna di recitare in Giappone e il pubblico comincia a fischiare vuol dire che ha apprezzato molto il vostro spettacolo!
IL CHIODO STORTO
A questo punto vi starete chiedendo “ma esiste qualcosa in teatro che mi possa portare fortuna?”.
Ebbene si, e questa cosa è trovare un chiodo storto sul palco!
Secondo la tradizione teatrale questo è un segnale di buon auspicio e successo dello spettacolo
che garantirebbe il ritorno su quel palcoscenico.
Il motivo di questa credenza è il fatto che i chiodi vengono usati dagli scenografi per fissare le
scenografie; il chiodo storto indica perciò il fatto che l’attrezzista ha avuto molta fretta nel piantarlo
e che quindi lo spettacolo era molto atteso dal pubblico.
Queste sono alcune delle curiosità e superstizioni che ho scoperto in questi anni. Ovviamente poi
ognuno di noi magari ha delle piccole usanze o gesti personali che fa prima di andare in scena. In ogni caso ciò che farà funzionare veramente il tuo spettacolo sarà la tua preparazione!
Voi invece ne conoscete altre? Avete dei rituali che fate prima di entrare in scena?
Comments